… come cambia il nostro lavoro nel tempo del Covid? Ancora è presto per dirlo, ci abbiamo provato qui a parole e abbiamo sentito il bisogno di documentarlo qui per immagini.
Ognuno di noi ha ripreso la propria postazione di lavoro e ciò che vede dalla finestra più prossima. Ognuno di noi ha arredato la sua costrizione all’isolamento e condiviso la propria intimità domestica violata con il lavoro.
19 postazioni di clausura, 19 affacci al mondo esterno, 1 studio diffuso in tempo di quarantena. Guardando queste immagini accade che istintivamente andiamo alla ricerca di quei piccoli dettagli che ci aiutano a stare insieme:
- il calendario disegnato a mano di Livia,
- l’assenza metafisica degli oggetti da compagnia di Dario,
- la pulizia in bianco e nero di Zane,
- il feticismo degli oggetti di Alex,
- l’accumulo disordinato di Michele,
- l’essenziale svizzero e materico di Andrea,
- la simmetria di Christian,
- l’accumulo quasi ordinato e polimaterico di Beppe,
- la luce, le piante e i giradischi di Giacomo,
- tre schermi! Ma mancano le briciole di carta di Edo?
- la scoperta del pollice verde nascosto di Jessica!
- Matteo ha un gatto.
- cos’è il pallino rosso sospeso tra la tecnologia di Leo?
- il legno e la natura di Simona. Ma che ci fa con i CD?
- cosa nasconde Nicolò tra i monitor?
- sarà comodo il divano da lavoro di Simi?
- Giulio ha un panda rosso?
- la tipografia di Antonio ha coinvolto anche il gatto?
- il grafico pompiere.
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Dr. Strangework. Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il lavoro remoto